Com’è il famoso bove così amato dal Carducci?
- rio
- zio
- mio
- pio
- bio
- Dio
N.B. Questa è una rubrica per famiglie. Qualsiasi bestemmia o altra risposta inopportuna comporterà l’immediata espulsione dal blog.
Com’è il famoso bove così amato dal Carducci?
N.B. Questa è una rubrica per famiglie. Qualsiasi bestemmia o altra risposta inopportuna comporterà l’immediata espulsione dal blog.
Il Blog di GIOVANNI MAINATO 
Pio, of course, ma al cubo..
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Bio lo escluderei, non era ancora il tempo per la carne bio.
Pio non può essere, è il nome di un pulcino delle suonerie e non sta comunque bene a un bovino.
Rio è un album dei Duran Duran, dubito Carducci ne fosse pratico.
Mio: no, Carducci non era certo un contadino (lo dico non sapendo niente di Carducci).
Dio mi pare un po’ blasfemo per la mentalità dominante dell’epoca, erano così limitati nell’accettare l’espressione di un poeta!
Perciò rimane solo zio, che è biologicamente ineccepibile: se anche un bue non può procreare, non è detto non possa farlo un altro figlio dei suoi stessi genitori.
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io sotto gli occhi ho ‘pio’, ma a questo punto sono d’accordo con me: probabilmente è un errore di stampa
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Certo, la mia analisi storica e filologica non lascia dubbi. Ci lavoro da anni e so di cosa parlo. Si trattò di un errore di stampa.
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E se fosse invece ‘T’amo MIO LOVE’???
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Un’ipotesi ardita ma non priva di fondamento. Carducci come bimbominkia ante litteram: affascinante a dir poco.
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E se fosse ‘T’amo pio Giove?’ Non era un classicista?
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Io vedrei più plausibile un ‘T’amo pio Jove’, forse riferimento ad un amore omosessuale e graficamente confondibile con “bove”
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Paleograficamente interessante. In ogni caso io preferisco chiamarlo Cardi, senza vezzeggiativo. Mi sembra più virile e adatto a lui
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Io tendo a preferire “Il Cardu”, il poeta per me è più come un amico di grappini e calcio balilla
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o ancora: T’amo? Piove? Bo…
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A prima vista queste sembrano meno solide, ma chi può escluderle con sicurezza? Carducci è un mistero impenetrabile, non si fa penetrare neanche a pagarlo, questa è la verità.
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Escluderei anche “‘nnamo, zio. Dove?’
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“M’alzo, dio Jove”, d’altronde farebbe riferimento con crudo realismo alla fatica quotidiana, allo spleen dell’essere letterato e poeta.
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Fino a pochi minuti fa ero convinto che “Il bove” di Carducci fosse quello di Pascoli. Cercando di mettere ordine in questa confusione mi sono andato a rileggere “il bove” di Pascoli e la prima strofa recità così:
Al rio sottile, di tra vaghe brume,
guarda il bove, coi grandi occhi: nel piano
che fugge, a un mare sempre più lontano
migrano l’acque d’un ceruleo fiume;
Entrambi hanno scritto una poesia dal titolo “Il bove” (da qui nasce il mio equivoco. In quella del Pascoli compaiono le parole rio e bove.
Premesso che a me non piacciono Pascoli e Carducci, per fare un torto a entrambì, direi “Rio pio e bove”.
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L’ha ribloggato su Il Blog di GIOVANNI MAINATO.
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