Caro Cangrande, nel mezzo del cammin di nostra vita mi ritrovai per una selva oscura. “Per me si va ne la città dolente, per me si va ne l’etterno dolore, per me si va tra la perduta gente”. Ed ecco verso noi venir per nave un vecchio, bianco per antico pelo! E vegno in parte ove non è che luca. Così discesi dal cerchio primaio giù nel secondo. I’ cominciai: “Poeta, volentieri parlerei a quei due che insieme vanno”. E caddi come corpo morto cade. Io sono al terzo cerchio, de la piova etterna, maladetta, fredda e greve. “Pape Satàn, Pape Satàn aleppe” cominciò Pluto con la voce chioccia. Ed el mi disse: “Volgiti! Che fai? Vedi là Farinata, che s’è dritto”. E chinando la mano a la sua faccia rispuosi: “Siete voi qui, ser Brunetto?”. “Ecco colei che tutto il mondo appuzza!” Sì cominciò lo duca mio a parlarmi…
View original post 198 altre parole