Salve e bentornato (dico a me stesso). Durate queste vacanze, mentre voi sciavate, formicavate e mangiavate frutta secca, io ho concepito una poesiuola liberamente ispirata a Natale di Ungari (preferisco chiamarlo con il suo vero nome piuttosto che usare il diminutivo). Eccola:
Non ho voglia
di tuffarmi
in un gomitolo
di strade
Ho tanta
stanchezza
sulle spalle
Lasciatemi così
come una
cosa
posata
in un
angolo
e dimenticata
Qui
non si sente
altro
che il caldo buono
Sto
con le quattro
capriole
di fumo
del focolare
Come?
39?
Tombola!